Geremia 38,4-6.8-10;
Salmo 39;
Ebrei 12,1-4;
Luca 12,49-53
Lectio
Il battesimo di cui parla Gesù, in questo brano di vangelo è quello della sua morte e della sua risurrezione. Infatti egli si immerge nella morte – simbolo del male – per poi riemergere nella sua risurrezione come modello del cristiano che ha compiuto la volontà del Padre, anche quando questa potrebbe avere come prezzo la morte. Il Profeta Geremia è segno del giusto – colui che nell’Antico Testamento era la persona che si preoccupava di seguire ciò che il Dio dei padri (Abramo, Isacco e Giacobbe volesse) volesse a qualsiasi prezzo. Ogni profeta rappresentava Gesù e, questi era l’unico che portò a compimento l’insegnamento dei profeti: ecco il collegamento tra Gesù e Geremia.
Inoltre come Geremia venne perseguitato dai potenti d’Israele, così fu anche per Gesù. Anzi, dopo la sua risurrezione, i capi del popolo ebraico scatenarono una feroce persecuzione contro gli ebrei che si erano convertiti al cristianesimo. Si spiega così quanto è scritto nel vangelo. Infatti coloro che si convertivano erano ritenuti dal popolo ebraico come traditori della fede e rei di morte. Era norma di legge denunciare i cristiani anche all’interno delle loro famiglie.
Meditatio
Il battesimo è il sacramento base che ci inserisce nel popolo santo di Dio: la Chiesa. La celebrazione del battesimo, ha il suo ambito naturale all’interno della celebrazione eucaristica, specialmente quella domenicale, perché si tocca con mano la chiesa che accoglie il nuovo fratello.
Le parole ed i gesti che si compiono significano che il battezzato s’impegna a vivere, all’interno della chiesa, il suo rapporto con le persone e con le cose, secondo la logica del vangelo: le persone sono i fratelli in cui incontrerà quotidianamente il Signore Risorto e le cose sono al servizio dell’uomo. Non esistono cose materiali cattive, è solo l’uso che l’uomo ne fa, che può essere buono o cattivo.
Sia le persone o l’uso delle cose, non possono essere di ostacolo al cristiano nel compiere la volontà del Padre. Infatti il cristiano è pronto anche a subire la persecuzione pur di salvare la propria libertà.
Anche nel dolore il cristiano dovrà comportarsi, nei riguardi dei persecutori, come Cristo nella sua passione: Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno.