6. Pii operai
Per lo sviluppo delle missioni popolari Napoli fu uno dei terreni più fertili non solo come terra di missioni, ma per le iniziative innovative per le missioni. Fra esse un posto di primissimo piano dev’essere riservato ai pii operai. Il ven. Carlo Carafa (1561-1633)1 si era formato alla scuola dei gesuiti. La compagnia di Gesù, oltre ad avergli dato una grande formazione di base, gli aveva offerto lo strumento delle missioni da considerarsi come il mezzo pastorale più efficace per la rievangelizzazione delle terre cristiane. Fondò la congregazione della dottrina cristiana, il cui nome fu cambiato da Gregorio XV in quello dei pii operai, uniti nel 1943 ai catechisti rurali (missionari ardorini).
La congregazione dei pii operai fu importante anche perché su di essa si modellò la “missione napoletana”2 e influì moltissimo sui redentoristi nei loro inizi. A differenza di altre congregazioni essa fu creata espressamente per il ministero missionario.
- Cfr. P. GISOLFO, Della vita del p. Carlo Carafa, Napoli 1667; D. VIZZARI, Notizie storiche della vita del ven. p. Carlo Carafa, Napoli 1968. Sui pii operai: Costituzioni e regole dei pii operai, a cura di D. VIZZARI, Roma 1972; D. VIZZARI, Inventario degli archivi dei pii operai, Roma 1972; ID., La chiesa di San Giuseppe alla Lungara, Roma 1976; G. ESPOSITO, Dai pii operai ai pii operai catechisti rurali, Reggio Calabria 1977.
- Il p. Pavone fondò nel 1611 la congregazione di Maria SS.ma Assunta e S. Carlo, detta “La conferenza”; nel 1646 Sansone Carnevale fondò la congregazione di Propaganda, detta “degli Illustrissimi”; nel 1680 il p. A. Torres dei pii operai fondò la congregazione della Purità.